Sentenze

Sentenze

Pubblico impiego - Insegnante – giudizio disciplinare - messa alla prova - abuso mezzi correzione

Sentenza del 31 agosto 2020. Un insegnante viene scagionato dalle accuse dopo otto anni di processi e procedimenti (e ben quattro anni e mezzo di sospensione dal lavoro), per accuse di abuso dei mezzi di correzione, ed il provvedimento disciplinare viene annullato solo in fase di appello. Una pessima storia di pubblico impiego e di accuse poi rivelatesi, in conclusione dei fatti, infondate.

07 ottobre 2020

Un lungo iter che ha condotto (attraverso una strategia vincente interdisciplinare che ha collegato l’ambito penale, amministrativo, giuslavoristico e disciplinare) alla restitutio ad integrum una insegnante che ha dovuto affrontare otto anni di patimento.

Nel 2012 una insegnante viene sospesa dal lavoro, con metà stipendio, sulla base di una contestazione disciplinare che innesca contestualmente un procedimento penale per abuso dei mezzi di correzione. I genitori di vari bambini sporgono infatti varie denunce per presunti episodi di abuso di mezzi di correzione. La sospensione si protrae per quattro anni, in attesa dell’esito del processo penale. In prossimità dell’apertura del processo penale inizia il rapporto professionale con lo studio Legale Minoccari e Casale. Il processo penale viene definito senza l’apertura di alcun dibattimento in quanto, in fase preliminare, viene fatta la scelta di chiedere la applicazione della messa alla prova. Il giudice accoglie la richiesta ed il processo viene sospeso per la verifica della messa alla prova. All’esito del superamento della messa alla prova il reato viene quindi dichiarato estinto. Una volta definito il processo penale, viene riaperto dal MIUR il procedimento disciplinare che era stato sospeso e, inopinatamente, viene disposta la sanzione della sospensione dal lavoro per sei mesi. Nel frattempo, erano decorsi quattro anni e mezzo di sospensione dal lavoro e quindi l’insegnante riprende il suo posto di lavoro.

Vista la ingiustizia del provvedimento disciplinare, viene quindi impugnato il provvedimento disciplinare chiedendo l’annullamento del provvedimento stesso e in via subordinata la restitutio in integrum per le differenze stipendiali correlate ai quattro anni di sospensione che evidentemente erano da considerarsi illegittimi vista la sanzione di sei mesi.

In primo grado il ricorso viene respinto.

Lo Studio Associato Minoccari e Casale propone quindi l’appello in esito al quale la Corte di Appello di Bologna riforma completamente la sentenza ed accoglie tutti i motivi di appello che di fatto ricalcano i motivi di impugnazione del provvedimento già indicati con il ricorso introduttivo (e ancora prima dedotti all’autorità disciplinare).

In particolare, i passi della sentenza più significativi si soffermano sulla conferma che nel caso di procedimento penale estinto per superamento della messa alla prova, la prova dei fatti a fondamento della contestazione disciplinare deve essere costruita nell’ambito del procedimento disciplinare e/o nel processo civile e non può essere ritenuta raggiunta se si limita alla acquisizione ed allegazione di denunce rivolte alla pubblica autorità.

Per quanto riguarda la richiesta del risarcimento subito per la forzata assenza dal lavoro per quattro anni e mezzo, la Corte di Appello ritiene che solo la presenza del carattere della ingiuriosità del licenziamento avrebbe potuto portare ad una autonoma voce di risarcimento, non essendo sufficiente la mera illegittimità dello stesso.

In conclusione, al termine della lunga sequela di processi e di procedimenti, si è rivelata assolutamente vincente la linea strategica pianificata sin dalla difesa penale, che ha comportato tuttavia una visione del problema che, mai come dalla introduzione della legge Brunetta, comporta una rigorosa valutazione della questione sotto sfaccettature che non possono limitarsi al solo aspetto penale o al solo aspetto amministrativo o giuslavoristico, ma deve essere necessariamente frutto di una visione ampia e multidisciplinare. In questo caso i risultati, seppur dopo lungo lavoro, si sono visti.